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La luce, Ortega e Mitarotonda
Nel 1972 Josè Garcia Ortega arriva a Matera e qui trova il suo spazio, il silenzio per lavorare, i valori del nostro territorio, il calore dell’amicizia e i colori con i quali tenterà di catturare la luce. Scopre la cartapesta, l’antico materiale con il quale gli artigiani materani fabbricano il carro trionfale della festa patronale della Madonna della Bruna.
Incontra il maestro ceramista Peppino Mitarotonda con il quale scoprirà le tecniche che lo condurranno a fare una importante rivoluzione nella sua espressione artistica: l’impiego della terza dimensione.
Un’amicizia sincera, profonda che racconteremo dai suoi albori.
Negli anni ‘70 Ortega arriva a Matera, la sua presenza è legata ad una promessa che aveva stretto con il suo amico Franco Palumbo. In quegli anni il Circolo Culturale La Scaletta, in collaborazione con lo studio di Arti visive di Franco Di Pede, organizza una serie di manifestazioni dedicate a Picasso invitando anche il giovane artista incisore, Josè Garcia Ortega. E’ in questa occasione che conoscerà per la prima volta il maestro Peppino Mitarotonda.
Franco Palumbo, Josè Ortega e Peppino Mitarotonda, anni ‘70
Il 2 luglio, giorno della festa patronale di Matera, segna fortemente Josè Ortega. L’immagine della distruzione del carro trionfale in cartapesta resterà impressa nella sua mente caratterizzando fortemente la sua arte. Entra in contatto con i maestri cartapestai materani, in particolare con Epifania e Castello. Inizia a concretizzarsi in lui l’impiego della terza dimensione nelle opere d’arte sperimentando l’uso della cartapesta.
1972 carro trionfale “San Domenico che offre la Cattedrale” di Raffaele Epifania – Archivio Vincenzo Sarra – www.muvmatera.it
La sua esperienza da incisore lo spinge a tracciare i solchi di un racconto in una semplice matrice incisa, l’argilla. E’ così che entra nello studio del maestro ceramista Peppino Mitarotonda e si innamora della materia, conosce le tecniche, apprende i segreti della sua lavorazione dando inizio ad una profonda amicizia.
Giuseppe Mitarotonda, “Josè Ortega al lavoro con gli artigiani materani”, particolare della maiolica istoriata, Casa di Ortega Matera
Le continue sperimentazioni artistiche di Josè Ortega e il confronto con diversi artisti materani come il maestro Mitarotonda convergono nella sua costante ricerca di trasferire la luce nell’arte. Elemento impalpabile, divino, ancestrale difficile da riprodurre ma che fa vibrare le corde più profonde di ogni artista. Nella nostra città lui trova il contatto più intimo con la sua anima e con ciò che più lo avvicina alla luce.
Ortega Matera – anni 70 Matera
Mitarotonda coglie l’eredità cultrale di Ortega attraverso l’uso del blu, del colore che “rinfresca l’anima di coloro i quali vivono all’ombra del mandorlo”. L’uso dei colori e la loro importanza culturale. E’ per tale ragione che tributerà il suo amico realizzando un cielo stellato di rara bellezza e preziosità, plasmando e dipingendo infinite formelle di terracotta engobbiata e oro che trapuntano la volta della casa di Ortega a Matera.
Giuseppe Mitarotonda, particolare della composizione di formelle ceramiche che decorano una delle volte di Casa di Ortega a Matera
In questi giorni, nel cortile della Prefettura di Matera, è possibile godere dell’esposizione personale di alcuni grandi pannelli realizzati dal Maestro Mitarotonda che narrano l’evoluzione storica della città di Matera descrivendo tappe di un viaggio nel tempo e nella storia che restituiscono la grandezza passata e presente di una città capace come poche di sostenere l’immane sfida con l’eternità.
L’esposizione rimarrà aperta ai visitatori fino al 10 ottobre, dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle 13 e dalle17 elle 20, mentre la domenica gli orari previsti vanno dalle10 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.30 (ingresso libero con esibizione di Green Pass).
Vi invitiamo dunque a visitarla!
Antonio Biscaglia – Team OperaLuce – Beni artistici e storici