Tribute in Light
Luci in memoria dell'11 settembre
Se ci domandassero cosa stessimo facendo esattamente in quel tragico 11 Settembre 2001, in quegli istanti precisi di orrore, tutti indistintamente daremmo una risposta ben precisa.
Personalmente avevo 6 anni ed erano circa le 15.00 in Italia. Me ne stavo comodamente a casa a guardare la Melevisione in tv, quando, ad un tratto, un’edizione straordinaria del telegiornale interruppe il programma ed iniziò a raccontare cosa stesse accadendo dall’altra parte del mondo.
Oggi, a distanza di 20 anni, si celebrano quei momenti di terrore con diversi eventi memoriali. Tra i tanti, uno in particolare è quello di cui approfondirò l’argomento: il Tribute in Light.
La Luce, come spiegato negli articoli precedenti, è capace, anche nella sua impalpabilità, di suscitare emozioni, evocare ricordi facendo vibrare le corde più intime della nostra anima.
Nel nostro caso Il Tribute in Light è un’installazione artistica nei pressi del sito dove sorgeva il World Trade Center in ricordo degli attentati dell’11 settembre 2001. È formata da proiettori che generano due colonne verticali di luce verso il cielo, simulando le Torri Gemellecrollate in seguito agli attacchi aerei.
L’idea nacque nella settimana successiva al disastro, da John Bennett, Gustavo Bonevardi, Richard Nash Gould, Julian Laverdiere, Paul Myoda e Paul Marantz; architetti e artisti di NY.
Dopo diverse valutazioni fatte insieme allo studio di lighting Design Fisher Marantz Stone, si decise di contattare dei produttori esperti nella realizzazione di luci intense visibili a distanza. La scelta ricadde su un’azienda italiana, la Space Cannon di Fubine (AL), che fornì assistenza e supporto per l’installazione degli 88 fari mod. Leukos da 7000W l’uno con sorgente Xenon, necessari per la realizzazione del memoriale.
L’evento progettato inizialmente come installazione temporanea dall’11 marzo al 14 aprile 2002 per il primo anniversario della strage, fu riproposto nuovamente nel 2003 e da allora viene regolarmente acceso nella notte dell’11 settembre di ogni anno.
Nel back stage dell’evento avviene questo: le prove preliminari iniziano qualche settimana prima dell’accensione, su un tetto di un garage di Tribeca, dove uno staff di 30 elettricisti, tecnici luci, macchinisti provvedono, con l’ausilio di guanti e occhiali protettivi, a tarare, indirizzare e controllare gli 88 proiettori che “sparano” nel cielo di New York due fasci gemelli di luce bluastra visibili da chilometri di distanza.
Il primo passo è quello di suddividere i proiettori in due gruppi da 44; restano posizionati all’interno di telai metallici che garantiscono una più rapida messa in opera dell’installazione e orientamento dei fasci luminosi, che dovranno essere paralleli fra loro al 100%.
Successivamente è compito dei tecnici luci noti come “Spotters” di controllare che, grazie all’ausilio di sistemi satellitari, una volta posizionati in loco i proiettori siano perfettamente perpendicolari.
Infine spetta invece al team di elettricisti specializzati, il controllo dell’integrità del sistema di alimentazione: vengono utilizzati due generatori ad alta potenza, dal 2008 alimentati a biodiesel ricavato da olio da cucina riciclato.
Poco prima del tramonto di ogni 11 settembre, quindi, le luci si accendono, raggiungendo piena potenza dopo circa 5 minuti. Nei cieli Americani finalmente diventano visibili le due imponenti torri.
Nelle notti sgombre di nubi, la luce emessa dai fari può essere vista anche a circa 96 chilometri di distanza; questi fasci luminosi sono visibili in tutta l’area di New York e in buona parte del New Jersey settentrionale, di Long Island, di Fairfield, di Westchester e di Rockland.
Questa performance luminosa è stata realizzata per simulare i due grattacieli abbattuti durante l’attentato ripristinando, virtualmente, quelle che erano geometricamente i volumi delle Torri Gemelle con la loro immensa spazialità.
Personalmente, penso che il reale messaggio di quest’opera sia più intimo: attraverso il potente fascio di luce si crea una corsia di connessione privilegiata tra questa dimensione e l’aldilà, tributando così, di fatto, le anime delle vittime di quella tragedia terroristica per ricordare al mondo intero l’orrore vissuto in quel lontano 11 settembre con l’auspicio che mai più accadano simili nefandezze.
Vito Santospirito – Team OperaLuce – Architainment & Outdoor